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Acqua a basso residuo fisso

L'organismo umano è composto per quasi il 70% di acqua. L'acqua svolge numerose fondamentali funzioni nel corpo umano, costituisce i fluidi del corpo, come il sangue, le lacrime, la saliva ecc.. trasporta alle cellule le sostanze nutritive, aiuta la regolazione della temperatura corporea, favorisce la digestione e molte reazioni metaboliche, e svolge una potente azione purificante in tutto l'organismo; è il mezzo con cui vengono eliminati i cataboliti, cioè i prodotti di rifiuto del nostro metabolismo e le sostanze tossiche derivate da errori alimentari, dell'inquinamento dell'ambiente e degli alimenti, dai farmici, dallo stress ecc..

Data l'importanza dell'acqua per la nostra salute è utile comprendere quali sono i parametri veramente importanti che essa deve avere e che è nostro compito verificare.

Il primo dato da osservare è il residuo fisso a 180°C. Un buon residuo fisso deve essere inferiore a 50 mg./litro. Un residuo alto, sovraccarica l'organismo e gli organi di filtrazione e purificazione (come i reni).

Il secondo valore da considerare è il pH, quello ottimale è compreso tra 6 e 7, ossia leggermente acida. Molte acque in commercio hanno invece valori molto acidi o molto basici, perchè contengono sostanze acidificanti, come i pesticidi, i nitriti e i nitrati, oppure alcalinizzanti, come detersivi ecc.. che raccolgono lungo il loro percorso.

Riassumendo: per supportare l'organismo in tutte le sue funzioni, si consiglia di bere almeno 2 litri d'acqua al giorno lontano dai pasti a temperatura ambiente, con un residuo fisso inferiore a 50 mg./litro e con un pH compreso tra 6 e 7.

Applicando un depuratore d'acqua ad osmosi inversa si ottengono residuo fisso e pH ottimali.

 

Tratto da "Guida alla alimentazione che risolve intolleranze" Prodeco Pharma

Farmaci anche nell'acqua del rubinetto

Che cosa c' è di nuovo oggi nell' acqua del rubinetto? Residui di ansiolitici, di antibiotici, di contraccettivi, di analgesici, di rimedi per la pressione, di antidepressivi e così via. Accanto ai vecchi e mai tramontati pesticidi, sono i circa 4000 diversi farmaci in uso, per l' uomo e per gli animali, i veri «contaminanti emergenti» che, secondo la Environmental Protection Agency americana, si trovano ormai ovunque li si cerchi. Come mai? L' organismo li elimina attraverso le urine e le feci, più o meno modificati e attivi, e con i rifiuti finiscono per inquinare tutto l' ambiente: il suolo, i fiumi, le piante e gli animali.

In Italia i ricercatori del Mario Negri da tempo tengono d' occhio le tracce di una ventina di medicinali (e anche di droghe come la cocaina) nel fiume Po e hanno addirittura messo in piedi un metodo per stimare il consumo di sostanze illegali in val Padana in modo molto più preciso di quanto si può fare con fonti indirette, come le interviste o i sequestri di polizia. Dai fiumi al rubinetto, attraverso le falde, il passo è breve, e la cattiva notizia della presenza di alcuni medicinali nell' acqua potabile, già trovata sporadicamente in Lombardia, viene ora ampiamente confermata anche dagli Stati Uniti. Certamente i residui di farmaci si rintracciano più facilmente anche grazie al fatto che i laboratori dispongono ormai di strumenti sensibilissimi di analisi, capaci di rilevare frazioni di miliardesimi di grammo di una sostanza in un litro d' acqua. Ma è anche vero che di pillole ne ingurgitiamo sempre di più, e spesso senza vero motivo o vantaggio, con una crescita che negli ultimi anni ha visto moltiplicarsi il consumo di alcune categorie anche di 5-6 volte.

Secondo il farmacologo di Verona Giampaolo Velo, pioniere in Italia della ecofarmacologia (disciplina nascente che studia il rapporto tra farmaci e ambiente) si consumano ogni anno nel mondo 100 mila tonnellate di antibiotici.

Una massa del genere, sia pur diluita nell' ecosistema globale, produce una pressione selettiva che facilita la comparsa di microbi resistenti, che sono ormai un incubo mondiale. Almeno metà di quelle tonnellate potrebbe essere risparmiata, con vantaggi per la salute e per l' ambiente, e lo stesso si potrebbe dire per molte altre classi medicinali. Certo, le tracce che si trovano nell' acqua sono veramente esigue, ma la stessa Food and Druig Administration americana, in un rapporto recente, non si è sentita di escludere che possano comportare rischi, soprattutto dal momento che si tratta di miscele imprevedibili di molte sostanze diverse, che potrebbero interagire tra loro e con i medicinali prescritti dal medico. Per non parlare degli effetti indiretti, sugli altri esseri viventi e sugli equilibri complessivi. La lezione dell' asbesto, del piombo e di altri inquinanti dovrebbero averci insegnato almeno a non aspettare la certezza del danno prima di correre ai ripari.

 

www.corriere.it/salute

 

L'addolcimento

L'addolcimento è il processo tramite il quale si eliminano dall'acqua il calcio e il magnesio che, con i carbonati, danno origine alle incrostazioni calcaree negli impianti termici (caldaie, termosifoni, lavatrici, rubinetterie ecc..) visibile anche all'interno delle pentole e dei sanitari.

L'acqua passa attraverso letti di resine a scambio ionico, contenute nell'addolcitore, le quali scambiano ioni di sodio con ioni di calcio e magnesio. Installare un addolcitore domestico vuol dire:

Risparmio di energia e di detersivi: i cibi cuociono in minor tempo, il detersivo si riduce del 50%, non si usa l'ammorbidente.

Salute: la pelle dopo il bagno risulterà meno secca e i capelli più morbidi. L'acqua corrente di casa addolcita permette di curare l'eczema, la malattia della pelle che colpisce sopratutto i bambini e che causa piaghe e lesioni spesso difficili da guarire (studio condotto dagli esperti inglesi dell'Università di Portsmouth e pubblicato sulla rivista di informazione scentifica Medical News Today.

L'Osmokits propone l'addolcitore Simplex 320 SC rivoluzionario salva spazio che, funziona senza corrente e consuma l'80% in meno di sali rispetto agli addolcitori tradizionali ed ingombranti. 

Le misure ridotte e la semplicità del funzionamento e dell'installazione, con la promozione dei servizi Osmokits rendono vantaggioso l'acquisto dell'addolcitore.

I sali minerali

Ci sono alcuni argomenti che, per scarsa conoscenza o per partito preso, rendono diffidenti verso l'osmosi. Uno di questi è "l'osmosi rimuove i sali minerali".
Per rendersi conto dell'infondatezza di tale pensiero è necessario che si sappiano alcune cose indispensabili per capire l'argomento.

Gli esperti della salute pubblica raccomandano vivamente a tutti di bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno.

La maggior parte delle persone fa fatica a berne anche la metà. Per ingerire la RDA (Recomanded Daily Allowance = dose giornaliera raccomandata) di alcuni sali minerali utili all'organismo, una persona, di Boston o di Milano, dovrebbe bere 676 bicchieri d'acqua al giorno per ottenere la RDA del calcio.

Tutto questo non è assurdo ed assai improbabile?
Le stesse persone che già fanno fatica a bere meno di 8 bicchieri al giorno si chiederanno: "E i miei sali minerali?"
Rispondiamo ad una domanda con un'altra domanda: "Perché mai una persona intelligente dovrebbe bersi decine e decine di minerali, molti cancerogeni, tutti inorganici (non assimilabili) solo per essere sicuro di ingerirne uno o due di cui ha bisogno?". "Perché dovrebbe farlo pur sapendo che nell'acqua ormai sempre più spesso ci sono anche veleni e porcherie?".
È risaputo o almeno tutti dovrebbero saperlo (oltre a medici ed alimentaristi) che il corpo umano assume i minerali, le vitamine, le proteine e quanto altro gli è fondamentale solo dal cibo che ingerisce. Basti pensare che, in un boccone di pane, in una forchettata di pasta, in un pezzetto di formaggio o di carne, in un sorso di latte o in una banale foglia di insalata, ci sono più sali minerali che in centinaia e a volte migliaia di litri d'acqua.

Considerazione finale sui "Sali Minerali". Servono o no?
Possiamo in definitiva trarre questa conclusione: sulle acque esistono 2 correnti di pensiero: la 1° sostiene che l'acqua deve contenere sali minerali poiché il corpo umano li necessita, la 2° sostiene che i sali presenti nell'acqua non sono assimilabili perché inorganici, cioè non preventivamente "trattati" dai vegetali. Anzi, che sono dannosi all'organismo perché si "aggregano" e si depositano al suo interno. Un bel dilemma. Chi ha ragione?

Acqua ricca di sali o povera di sali? Nella democratica posizione di dubbio tra le due teorie reputiamo comunque sia meglio l'acqua povera di sali: sappiamo che in un boccone di pane e una forchettata di verdure ci sono tutti i sali (organici) quanti in 600-700 bicchieri di acqua. E non corriamo il rischio di berci anche i sali di cianuro, nitrati, pesticidi, ecc.

 

www.iwmceasa.it Il mondo dell'acqua i sali minerali

I sali minerali

Minerale ma forse tossica
4 università bocciano le acque Italiane

Per i ricercatori delle istituzioni accademiche di Napoli, Cagliari, Benevento e Bologna accertata una rischiosa presenza in bottiglia di berillio, manganese, alluminio, boro, arsenico e perfino uranio, su un argomento delicato come l’acqua qualunque polemica rischia di divenire velenosa. Più che mai in questo caso, visto che quattro accreditate istituzioni accademiche nazionali puntano il dito sulla sicurezza delle acque minerali in bottiglia distribuite nel nostro Paese e sulle regole che indicano cosa sia legale e cosa non lo sia. I vincoli sono troppo larghi e in qualche caso mancano del tutto parametri cui attenersi.
Niente di più scivoloso che discutere sui limiti imposti per legge alle imprese, che dovrebbero per definizione garantire la salute e la tranquillità dei cittadini. Ma stavolta gli argomenti sembrano tutt’altro che pretestuosi.

Secondo gli studiosi alcune pregiate università italiane, tra il 2008 e il 2010 molte marche di acque minerali hanno commercializzato bottiglie con concentrazioni di berillio, manganese, alluminio, boro, arsenico e uranio che, seppure ammesse dalla nostra legislazione, in qualche caso sarebbero state fuori norma rispetto ai parametri internazionali, potendo quindi costituire un pericolo per la salute dei consumatori.
Ebbene, sono stati raccolti 186 campioni provenienti da altrettante bottiglie di 158 marche di acque minerali italiane fra le più diffuse, analizzandone il contenuto in termini di sostanze chimiche ritenute nocive. Il primo problema emerso è quello dei limiti di legge: in Italia non solo abbiamo parametri molto più ampi rispetto ai valori guida internazionali, ma in certi casi i limiti di riferimento non sono nemmeno stabiliti.

E’ vero che sono ancora oggetto di studio gli effetti sull’uomo di sostanze come berillio, fosforo, molibdeno, tallio e uranio. Ma rimane poco comprensibile, ad esempio, che non esista un veto o un limite indicativo su presenze sospette e certamente pericolose come quella dell’uranio. Andrebbero poi – secondo i ricercatori - decisamente equiparati i limiti, prevedendo gli stessi valori soglia sia per le acque di rubinetto che per le minerali in bottiglia. Attualmente i vincoli sono più stringenti per l’acqua del rubinetto.
In particolare, la ricerca ha registrato come in alcune delle nostre acque minerali ci fosse una presenza di boro che eccedeva quella indicata dall’Oms e valori dell’arsenico, legali in Italia e altrove, ma per i quali converrebbe prevedere un meccanismo di monitoraggio costante e attento.
 

Il cloro viene impiegato come disinfettante nel processo di potabilizzazione dell'acqua destinata al consumo umano.

Nei grandi acquedotti viene impiegato nella sua forma gassosa con particolre cautela in quanto si tratta di un gas estremamente velenoso. Nei piccoli acquedotti, invece, il cloro viene impiegato nella suaforma liquida, ovvero ipoclorito di sodio più o meno diluito; la comunissima candeggina è cloro (ipoclorito di sodio) diluito al 10%.

La clorazione dell'acqua destinata al consumo umano genera non pochi problemi alla salute.

Quando il cloro incontra della materia organica, animale o vegetale che sia, può reagire chimicamente e trasformarsi in nuove sostanze chimiche conosciute con il nome di CLORODERIVATI, vere e proprie sostanze cancerogene.

Recenti studi svolti da importanti Istituti Universitari hanno evidenziato un aumento del 46% di tumori tra le persone che utilizzano acqua clorata, soprattutto tumori al retto, al colon e alla vescica.

Come se ciò non bastasse, attualmente si sta avanzando il sospetto che alcuni cloroderivati possano addirittura causare alterazioni del DNA (effetto genotossico). Fortunatamente c'è una crescente opinione del mondo medico che pone la clorazione dell'acqua tra i gravi rischi per la salute, ritenendola un grande problema daaffrontare e risolvere al più presto.

I gravi rischi per la salute, derivanti dall'assunzione d acqua clorata, si possono facilmente evitare consumando acqua in bottiglia, che certamente non è clorata. Attenzione, però: come tutte le altre sostanze chimiche, i cloroderivati presenti nell'acqua non evaporano con la bollitura, e quindi dobbiamo usare acqua non clorata anche per cucinare.

 

Luigi Rho - Estratto dal libro "Attenti all'acqua" MIR collana eco salute

Due parole sul cloro
 

 

 

Vantaggi e benefici per la salute con l'acqua osmotizzata

L'acqua   idonea al nostro organismo non deve contenere sostanze chimiche
inquinanti, deve avere un residuo fisso inferiore a 50 milligrammi per litro,  non
deve presentare tracce di cloro residuo, deve avere in pH neutro e infìne deve essere microbiologicamente  sterile.  Solo  un'acqua  che  risponde  a  tutte  queste
caratteristiche può definirsi veramente idonea al consumo umano, e l'acqua del
rubinetto di casa osmotizzata è proprio così.

Non c'è alcun dubbio che l'acqua pura e minimamente mineralizzata svolge un ruolo fondamentale nel conservare e ripristinare lo stato di salute di un individuo. Uno studio dell'istituto di Farmacologia dell'Università di Ferrara ha messo in evidenza che questo tipo di acqua determina un reale e cospicuo aumento dell'emissione di urina, corrispondente ad una maggiore depurazione dell'intero organismo.
Utilizzando acqua minimamente mineralizzata altri studiosi hanno dimostrato un arresto di uno sviluppo dei calcoli e una più agevole eliminazione degli stessi.
Infatti, è risaputo e provato che le acque minimamente mineralizzate hanno uno
spiccato effetto nell'abbreviare la fase espulsiva nella calcolosi.
E' ormai noto che in quei luoghi dove l'acqua potabile è particolarmente dura,
ovvero ricca di calcio, la presenza di calcoli renali nella popolazione è di gran lunga superiore alla media nazionale.

 

Estratto dal libro "Attenti all'acqua" Luigi Rho MIR collana eco salute

 

 

L'osmosi inversa

L'osmosi inversa è il sistema naturale di purificazione dell'acqua più sicuro e diffuso al mondo. (D.L. 25/2012 Ministero della Salute in materia di trattamento dell'acqua potabile).

I vantaggi sono rappresentati dalla semplicità del sistema, dal bassissimo costo dell'esercizio e dalla totale assenza di prodotti chimici.

La membrana osmotica, per la sua struttura e proprietà, elimina quasi completamente i sali disciolti, metalli pesanti, elementi inquinanti, batteri e virus, lasciando però passare l'acqua in tutta la sua genuina purezza.

A livello domestico un depuratore d'acqua ad osmosi inversa è la risposta più completa per l'affinaggio dell'acqua alimentare al punto d'uso.

 

L'acqua di C. Viacava e G. Artioli

 

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